Fusion Art Center prende parte all’iniziativa convocata da Red Rebeldia y resistencia Ajmaq, per una giornata dedicata alle lotte sociali e all’arte contro le guerre.
L’evento si terrà domenica 15 Maggio a San Cristobal De Las Casas, Chiapas, Messico e vedrà la partecipazione di numerose organizzazioni culturali in appoggio alle comunità originarie di questa regione, costantemente minacciate nella loro autonomia e indipendenza.
Sarà presentata la residenza dell’artista italiana Simona Sala, appena terminata a Città Del Messico e verranno esposte le opere e le riflessioni scaturite da due mesi di ricerca ed esperienza diretta di convivenza con la comunità zapatista di Nuevo San Gregorio.
Vai al sito Red Rebeldia y resistencia Ajmaq
Più informazioni sulla residenza QUI






VENERDì 06 MAGGIO H17:00 – CITTA’ DEL MESSICO
ARTE CHE AGITA!
Il ruolo dell’arte nel cambiamento sociale, un progetto a sostegno delle lotte zapatiste. Talk in collaborazione con Casa Okupa Chiapas.
Una chiacchierata informale con la curatrice Giovanna Maroccolo e l’artista Simona Sala dall’Italia, per condividere la loro esperienza di Brigate di Osservazione Civile nella comunità di Nuevo San Gregorio, Chiapas, sotto il coordinamento di Frayba. Parleranno di come l’arte può prendere coscienza della sua responsabilità nella narrazione collettiva del presente, specialmente dove ci sono conflitti e disparità sociali e abusi contro la natura. Da una prospettiva artistica cercheremo di creare un ponte che colleghi le lotte alla creazione e alla diffusione di nuove visioni contro il sistema dominante. Ci sarà una presentazione del processo artistico e del risultato sperimentale.
Il talk è parte del programma di residenza artistica a cura di Fusion Art Center.
ITA/ENG
Marzo/Aprile 2022
Prima fase del programma di residenza 2022 in Chiapas, Messico
Artista ospite, Simona sala
Durante il primo periodo di residenza l’artista e la curatrice hanno vissuto all’interno di una comunità indigena locale, come Brigata di Osservazione Civile, progetto della ONG Frayba, che si occupa dei diritti civili in Messico.
La comunità nello specifico è quella di Nuevo San Gregorio ed è affiliata al EZLN, ovvero zapatista.
Da Novembre 2019 questa comunità vive sotto assedio di un gruppo di invasori, che in questi due anni e mezzo hanno occupato con la forza la quasi totalità dei campi coltivati, minacciando uomini donne e bambini in continui attacchi e danneggiamenti dei beni e del lavoro collettivo. Gli interessi di questi invasori sono di tipo economico, in quanto quelle terre sono ricche in risorse e ci sono imprese interessate nel loro sfruttamento. Le attività, durante la residenza, sono state quelle di guardia e osservazione, come di raccolta informazioni e segnalazione in caso di violazione dei diritti umani.
Aprile/Maggio 2022
Inizio della seconda fase di residenza
Elaborazione artistica in studio
In questa seconda fase di residenza l’artista sta elaborando l’esperienza vissuta alle comunità, mantenendo uno stretto contatto con il territorio e le organizzazioni locali, che attueranno da mediatrici.
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March/April 2022
First phase of the 2022 residency programme in Chiapas, Mexico
Guest artist, Simona sala
During the first residency period, the artist and the curator lived inside a local indigenous community, as the Civil Observation Brigade, a project of the NGO Frayba, which deals with civil rights in Mexico.
The community specifically is that of Nuevo San Gregorio and is affiliated with the EZLN, or Zapatista. Since November 2019, this community has been living under siege by a group of invaders, who in the past two and a half years have forcibly occupied almost all of the cultivated fields, threatening men women and children in continuous attacks and damage to property and collective work. The interests of these invaders are economic, as those lands are rich in resources and there are companies interested in their exploitation. The activities, during the residency, have been those of guarding and observation, as well as information gathering and reporting in case of human rights violations.
April/May 2022
Start of second residency phase
Artistic elaboration in the studio
In this second phase of the residency, the artist is elaborating the experience lived in the communities, maintaining close contact with the territory and the local organisations, which will act as mediators.





Arte a servizio delle lotte civili e ambientali delle comunità indigene autonome del Chiapas
Il Messico e in particolare lo stato del Chiapas, è stato da sempre scenario di lotta per le rivendicazioni dei diritti delle comunità originarie, per la preservazione della terra e delle risorse naturali, minacciate dagli interessi delle grandi imprese estrattive, dei mega progetti, delle politiche economiche corrotte, del razzismo interno a sfavore delle classi sociali più svantaggiate, mai veramente tenute in considerazione dai vari governi che si sono susseguiti, più interessati a sostenere il progresso e lo “sviluppo” economico del paese che la conservazione della biodiversità, da sempre ruolo delle comunità indigene. La lotta per l’autonomia zapatista in Messico esplode nel 1994 e continua ancora oggi. Anche se da anni ufficialmente il governo ha concesso una tregua alle violente repressioni ai danni delle comunità in lotta per la terra e la libertà, la realtà è che i loro territori sono costantemente sotto assedio, le loro coltivazioni distrutte, la loro sopravvivenza costantemente minacciata.
COSA PUO’ FARE L’ARTE
L’obiettivo di questa residenza non è quello di creare un progetto o un’opera, bensì di mettersi completamente a servizio delle necessità pratiche e simboliche che le compagne e i compagni delle comunità autonome zapatiste esprimeranno durante la convivenza con l’artista. Ciò che nascerà sarà un’opera o un’azione collettiva che avrà lo scopo di amplificare le rivendicazioni di questi popoli in lotta.

L’ARTE COME TERRITORIO DI CONQUISTA. DECOLONIZZANDO L’OPERA
Gli ultimi anni, soprattutto in Europa, rappresentano un momento storico importante per quanto riguarda l’agitazione pubblica e il ritorno alla strada da parte dei movimenti di rivendicazione sociale e ambientale.
Questo ha comportato, come prevedibile, un interesse sempre più acceso da parte del sistema dell’arte verso quelle forme di arte attivista o arte politica, tanto che bandi per artistə, mostre istituzionali, biennali, gallerie e musei, stanno esplicitamente fomentando la produzione di arte “impegnata” e usando con sempre più disinvoltura l’ambiguo termine “artivismo”.
Se da un lato tutto questo interesse potrà sembrare un segnale di attivazione di coscienza del sistema e delle persone e quindi un positivo strumento di diffusione di temi oggi importanti e urgenti, dobbiamo assolutamente tenere conto anche del modo in cui un mercato funziona.
Il mercato vive grazie ad un meccanismo di compravendita, e per fare questo c’è bisogno di prodotti (o servizi) che una volta prodotti, saranno venduti. E’ una dinamica inevitabile se ci si trova all’interno di un sistema che si costruisce sulla creazione di capitale. Il rischio, per l’artista e tutto l’ecosistema indipendente e istituzionale che rodea la sua esistenza, è quello di strumentalizzare le istanze politiche che si propone di supportare.
Nel disperato tentativo di sopravvivere nello spietato ed esclusivo sistema dell’arte, l’artista corre il rischio di utilizzare i temi che questo o quel bando gli chiedono di esplorare, per la pura produzione di un oggetto destinato a produrre un valore economico. Nulla di più lontano dalle lotte sociali e ambientali, storicamente e logicamente nate in opposizione alle diseguaglianze e all’oppressione scaturite naturalmente dal capitalismo.
Come decolonizzare quindi l’azione dell’arte dai tentacoli insidiosi delle pretese del mercato?
Un’opera che nasce da un’intenzione reale di prendere parte ad un movimento e che fa sue le rispettive rivendicazioni, dovrebbe venire da un persona che è realmente coinvolta nella stessa lotta. L’artista quindi, prima di tutto, dovrebbe stare per le strade. Quelle rivendicazioni dovrebbero essere le sue.
VAI AL NUOVO PROGRAMMA DI RESIDENZE ARTISTICHE IN CHIAPAS, MESSICO
ANIMAL
Patrick Lopez Jaimes
a cura di Giovanna Maroccolo
Inaugura il 19 Novembre 2021 presso il Museo MUTEC di Puebla, ANIMAL, la mostra personale dell’artista messicano Patrick Lopez Jaimes, a cura di Giovanna Maroccolo. La mostra è patrocinata dalla Secretarìa de Cultura e dal Gobierno de Puebla in collaborazione con Fusion Art Center.
La mostra presenta il lavoro inedito dell’artista per la prima volta in una personale che da respiro a tutto il processo di ricerca degli ultimi anni sul tema dei rapporti di potere intraspecie e della nostra relazione con il non-umano. Si compone di opere fotografiche, collage, installazioni e video ed è presentata insieme ad un ricco programma di appuntamenti aperti al pubblico durante i due mesi di esposizione. Il progetto curatoriale che la accompagna nasce con l’intento di attivare lo spazio istituzionale come luogo di incontro, scambio, apprendimento e confronto, coinvolgendo diversi gruppi locali non solo nella fruizione dello spazio come luogo collettivo, pensi come spazio di azione e trasformazione. La mostra, che pone di fronte ad un tema quanto mai attuale e urgente, diventa strumento per riconoscersi in un presente che necessita una progettazione per il prossimo futuro, generando domande, provocando crisi nello status quo, invitandoci a sviluppare quello sguardo critico necessario per iniziare a immaginare i modelli del domani che verrà.
PUBLIC PROGRAM, NOVEMBRE 2021 – GENNAIO 2022
Il programma pubblico di eventi culturali si compone di talks legati al tema dell’attivismo e dell’arte, di proiezioni di film e documentari, di conferenze sul tema proposto dall’esposizione con studiosi e comunicatori.

Menelique. Magazine radicale internazionale è un quadrimestrale cartaceo che appartiene al mondo dell’editoria indipendente e si occupa di approfondimento politico e culturale. L’obiettivo dichirato è quello di «andare alla radice dei problemi, il che significa letteralmente proporre prospettive e cambiamenti radicali»
Dobbiamo ripensare le relazioni che intratteniamo con l’ambiente e con l’animalità non umana, includendo nel nostro orizzonte una serie di Ecologie che conseguano a una rinuncia dei nostri privilegi e del nostro sguardo che identifica ciò che è altro (specie animali e vegetali, luoghi, culture, persone) come qualcosa che è a nostra disposizione.
Alla sezione “Artivist”, a cura di Giovanna Maroccolo, un nuovo dialogo tra l’arte e la dimensione politica dell’espressione, con l’artista messicano Patrick Lopez Jaimes.



Radio Radicale ci invita a riflettere su come l’arte può affiancare le lotte nella decostruzione dello status quo.
Parliamo della collaborazione tra Fusion Art Center e Assemblea Antispecista nella call per artistə a supporto della campagna #StopCasteller, del progetto di artivismo @the3point5percent e di come le pratiche artistiche possano scegliere di essere parte di un processo attivo di cambiamento, anziché limitarsi a rappresentarlo.
Per ascoltare tutta l’intervista, andare qui
Fusion Art Center take part to this new international network, been invited to the second meeting to share visions, experiences, approaches but more than other, new questions.
AREA is an active network for artists and other professionals from all disciplines working in rural and thinly populated areas. Sharing experiences, practical and artistic knowledge and researching the methods and supporting advocacy for art in rural areas.
“This second Focus Group aims to facilitate an open discussion about rural, remote, peri-urban areas “in Europe and far beyond”, by engaging in the conversation between the communities and their players in all continents across the World. We aim to launch a call to artists, makers, activists, creative hubs, communities workers, cultural mediators in Latin America, Asia, Australia and more. We wish to explore and know more about their contexts, their issues, their practices, their most urgent questions.
Nayeli Real (Mexico), Giovanna Maroccolo (Italy/Mexico), Laida Azkona y Txalo Tolosa (Spain/Chile), Mateo Feijò (Spain), Tizo All (Brasil/Germany).
Anna Estdahl, in collaboration with Silvia Demofonti and Brandon Davis.
Jaciel Neri, from Moving Borders (Mexico), will be with us for this second episode dedicated to a conversation between Latin America and Europe.
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