FAC MUSEUM

Progetto che ha visto la creazione di un’azione di coinvolgimento di un quartiere della città di Padova, in vista dell’apertura di un centro culturale proprio nel suo centro, su un’edificio storico sottoutilizzato e non accessibile agli abitanti. E’ stato creato un museo diffuso graziaìe al coinvolgimento di diversi artisti, che insieme ai negozianti del quartiere hanno ideato e creato le opere che sarebbero rimaste alla comunità.
Questo intervento ha voluto agire sulla sensazione di estraneità e distanza che l’arte suscita al pubblico di persone non avvezze ai linguaggi contemporanei, per avvicinare la comunità al nuovo centro culturale includendo le persone nel
processo di creazione delle opere.

Nel 1980 il collettivo Group Material inaugurava “The People’s Choice” a New York in cui chiedeva alla gente del quartiere di portare in galleria gli oggetti personali che avevano un senso per loro stessi, per la loro famiglia o per i loro amici. Questo per fornire nel già vasto panorama dell’arte contemporanea del tempo una nuova estetica del vissuto, che si facesse portavoce di un sistema dell’arte che ripartiva da zero, fuori dai luoghi destinati all’arte e non compromesso dalle dinamiche di mercato delle gallerie e dei musei.


Il progetto è stato disegnato per mettere in dialogo esperienze concrete e immaginare un possibile modello di spazio per l’arte come parte integrata di un quartiere, che negozia giorno per giorno i propri parametri di rappresentazione e di relazione con e nella città.

Un modello di museo che non si manifesta sulla città nelle sembianze di un corpo alieno, ma si alimenta dall’humus fecondo della città – il vissuto reale nelle case, strade, parchi, nelle botteghe dove si va per incontrare un volto familiare – e le restituisce una più forte consapevolezza di sé. Una creatura mutante priva di tratti somatici ma riconoscibile nella volontà che manifesta.

MOMENTI DI INCONTRO TRA CURATORI, ESPLORAZIONE DEGLI ESERCIZI COMMERCIALI, COLLABORAZIONE TRA NEGOZIANTI E ARTISTI

REALIZZAZIONE
Dal confronto tra curatori e artisti è emerso il tentativo di liberare ciascun negozio dalla sua funzione specifica, per immaginarlo aperto e permeabile alla (nuova) vita ordinaria della comunità. L’opera dell’artista si relaziona con lo spazio e la materia che contiene, modificandosi e modificandolo in armonia con un respiro quotidiano denso di vissuto e imprevisti, fino a riconsiderare il concetto di spazio pubblico. Dall’interazione con la materia urbana prendono forma i primi interventi artistici community specific. 

I curatori hanno mediato i processi artistici e la traduzione degli interventi sugli spazi, nell’intento di raggiungere anche quelle figure che solitamente sono escluse dalle dinamiche proprie dell’arte e quindi dalla sua stessa diffusione.
Ciascun negozio diventa una sede del Museo e viene individuato pertanto sulla mappa che articola il progetto in diverse zone a differente regime espositivo e funzionale.

PRESENTAZIONE 
Nello spazio dell’ex fornace Carotta – un edificio affascinante e imponente al centro del quartiere, è stata esposta la serie di fotografie dei negozianti creata dal fotografo Luigi Ballario: accade così che l’opera d’arte scende dalle pareti del white cube per entrare nei luoghi della comunità, mentre i volti di quei luoghi sono presentati come opera del nuovo museo.

La sensibilità di Luigi Ballario ha fatto si che emergesse nelle foto lo spazio intimo e quotidiano della persona. Le fotografie stenopeiche realizzate con banco ottico hanno raccontato i negozianti del quartiere a partire da quello che è il loro ambiente reale di lavoro, dove si incontrano e si raccontano, dove vivono la loro giornata, dove manifestano la loro appartenenza ad un luogo. In questo modo una fotografia, uno scorcio, un volto, sono diventati parte di un museo condiviso.

GLI INTERVENTI

ARTISTI: Samir Sayed Abdellattef e Stefania Bertoldo
CURATORE COINVOLTO: Giulia Favaron
NEGOZIANTE: Leonard Berton, Calzolaio, Piazzale Firenze 18

ARTISTA: Alice Salmaso
CURATORE COINVOLTO: Elisa Marigo
NEGOZIANTE: Ottico Adami, Ottico, Piazzale Firenze 22

ARTISTA: Francesco Piva
CURATORE COINVOLTO: Marta Fassina
La ricerca specifica di Francesco è sconfinata dai limiti dello spazio privato, portandolo a sviluppare una mappatura del quartiere definendo le traiettorie percorse dal progetto FAC MUSEUM nello spazio pubblico delle strade e delle vie. L’opera verrà esposta presso il Satellite, via Savona 10.

 

IL GIORNO DI PRESENTAZIONE AL PUBBLICO DELL’AVANZAMENTO DEL PROGETTO, TRAMITE UN TALK TRA CURATORI E ARTISTI, L’ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA DELLA MAPPATURA DEI NEGOZIANTI DI LUIGI BALLARIO, L’ESPOSIZIONE DELLE OPERE NEI NEGOZI APERTI AL PUBBLICO